Apus apus   Società Tedesca per la Protezione di
  Rondoni (ONLUS)
newsIl rondoneUccelli trovatelliVeterinarioClinica per i rondoniAssociazioneAiutare e donareVarie ed eventuali
 deutsch english español français polski Il rondone  →  Biologia  →  morfologia
 

Morfologia e anatomia

Lo scheletro del Rondone comune ha sviluppato, in confronto ad altre specie di uccelli, alcune particolarità nell'adattamento al suo modo di vita assolutamente legato all'aria.

Il Rondone comune ha un cranio relativamente grande, marcatamente arcuato. Molto appariscente e' la dimensione della cavità oculare. In confronto ad altri uccelli della sua dimensione e massa corporea, il Rondone comune ha occhi molto

grossi che dominano il volto, che assicurano un ampio campo visivo e

che sono necessari non solo per le manovre di volo veloci, ma anche per la caccia di piccole prede. Un rondone può ruotare significativamente in avanti gli occhi, diminuendo così l'angolo di divergenza degli assi oculari, ciò che permette all'uccello di fissare la preda con visione binoculare fino all'ultimo istante prima di afferrarla. Nelle piume di contorno della testa si trova l'occhio, collocato in una nicchia, ulteriormente protetto, verso il becco , da una sottile serie di piume, sporgenti, simili a un pennello. Come per molti rapaci si spande dalla base ossea un orlo di piume marcatamente sporgente sopra l'occhio, scende verso il naso e forma il contorno anteriore della nicchia degli occhi. Questa costruzione a nicchia coperta da piume come dallo spiovente di un tetto serve senza dubbio a protezione degli occhi del rondone, che sono particolarmente a rischio in un eventuale approccio, ma potrebbe anche essere una sorta di protezione dal vento, o per evitare che durante il volo, attraverso sciami di insetti, corpi estranei entrino nell'occhio.

L'aspetto di questo marcato arco degli occhi induce molti di coloro che ritrovano un rondone a ritenere il loro trovatello un piccolo rapace.

 

Ben definite sopracciglia © E. Brendel
Non comuni palpebre blu © E. Brendel

Il rondone ha una mandibola superiore breve, di forma triangolare,

affusolata, che comprende narici relativamente grandi, e una mandibola inferiore filigranata, curvata ad arco, che si innesta sotto l'orecchio alla mandibola. A becco chiuso è visibile solo la punta del becco, piccola, cornea, leggermente ricurva verso il basso. Quando il rondone apre il becco, appare enorme l'apertura della bocca, che arriva fin sotto agli occhi. Tra i due rami arcuati della mandibola inferiore si stende la gola molto elastica ("sacco della gola"), la gola aperta ricorda un retino. I rondoni adulti nell'atto di nutrire la prole raccolgono gli insetti catturati, li agglomerano con la saliva in una palla di cibo delle dimensioni di una nocciola e li trasportano alla covata. Non possiedono un gozzo.

Nei rondoni, la testa relativamente ampia e densamente piumata sembra connessa direttamente al cinto scapolare. La compatta e aerodinamica linea testa-tronco si sviluppa lungo una colonna del collo piegata ad arco con 12 vertebre cervicali. Un segmento del collo allungato romperebbe la forma energeticamente favorevole a siluro e, quindi, sarebbe uno svantaggio per questi cacciatori di insetti permanentemente in volo. Nondimeno, la testa è molto mobile. Come i gufidi anche i rondoni possono ruotare la testa di 180 gradi. Nell'aggrapparsi a pareti di case o di roccia, ad esempio nella ricerca del posto per nidificare, la capacità della vista panoramica è certamente utile. Ancora più importante potrebbe essere la straordinaria elasticità di un collo solo apparentemente breve nella cura vitale delle penne, che i rondoni devono eseguire per lo più durante il volo: Per pulire anche le più lunghe primarie e per poterle tirare attraverso il becco allo scopo di lisciarle, sono necessari un perfetto equilibrio e movimenti della testa e collo che sembrano acrobatici.

 

La pulizia delle penne primarie e' un atto di equilibrio! © E. Brendel
Anche lisciare le penne timoniere non e' proprio facile. © E. Brendel

Il rondone possiede un completo cinto scapolare, che consiste della

stretta Clavicula (clavicola), curva e a forma di fermaglio, la relativamente lunga Scapula (scapola) piatta, a forma di scimitarra e il robusta Coracoide (osso coracoideo) che è l'osso piu' forte. Rispetto ad altre specie di uccelli, colpisce l'arrangiamento molto compatto dell'unico osso del cinto scapolare.
L'ampio e piatto Coracoide che appoggia sullo Sternum (sterno) e la clavicola, costruita come una molla di trazione e che distingue le articolazioni delle spalle, sono di importanza cruciale per le prestazioni di volo. Presumibilmente la forma breve e compatta e la corta distanza dall'articolazione della spalla all'attaccatura delcoracoideo sullo sterno garantiscono un più diretto e migliore trasferimento di potenza dall'ala al tronco. Inoltre la massiccia e compatta anatomia scheletrica del cinto scapolare riduce probabilmente il rischio di infortuni a cui un uccello dall' alta velocità di volo e la cui vita e' esclusivamente legata all'aria, giorno e notte, e' particolarmente esposto. Una protezione aggiuntiva contro fratture e lussazioni e' rappresentata dalle masse muscolari potenti, che coprono la parte superiore dell'ala, la spalla e il petto.

Lo scheletro alare del Rondone comune mostra il caratteristico adattamento di un volatore di alte prestazioni, con una corta e

tozza parte superiore, un avambraccio relativamente corto, e una zona

della mano e delle dita estremamente lunga.
La parte superiore del braccio del rondone sembra servire solo all'attacco dei possenti muscoli della spalla, del torace e dell'avambraccio, in cui è completamente incassato, efficacemente protetto contro le fratture. Proporzionalmente di circa un terzo più lunghi della parte superiore del braccio sono (l'ulna), a cui si attaccano le dieci secondare, e il (radio) relativamente protetto verso il cranio, la cui posizione esposta, lo rende un "tallone d'Achille" per i rondoni, in caso di collisioni del bordo anteriore dell'ala con ostacoli.



Il metacarpo (Carpometacarpus) del rondone comune è lungo esattamente quanto l'ulna e il radio, e quindi in proporzione considerevolmente più lungo che nella maggior parte delle altre specie di uccelli. Con la fusione di diverse ossa carpali e uno stretto e flessibile collegamento al secondo dito, presenta una grande stabilità e serve come attacco per le primarie 1-5. Nel volo attivo il carico maggiore cade sulle primarie e sullo scheletro della mano dell'uccello. In questa zona non c'e quasi più muscolatura, ma invece quasi solo tendini; le ossa della mano e delle dita sono rivestite solo da pelle sottile e piume di copertura.



Nei rondoni sono riconoscibili sette paia di costole. La gabbia toracica circonda gli organi interni da davanti a dietro in forma di pera. Un aggancio per la potente muscolatura del volo e' offerto dal grosso sterno dominante, che visto di lato presenta quasi la forma di un triangolo acutangolo rivolto all'indietro.


Nel corso dell'evoluzione la necessità di una locomozione sul terreno

è divenuta quasi completamente superflua e ridotta a uno strisciare ventre a terra nel cavo del nido, con uguale abilita' in avanti come all'indietro. Le ali sono utilizzate alternatamente come sostegno per il bilanciamento. La parte superiore del corpo si trova con cio' quasi parallela al terreno. Le articolazioni delle anche stanno alte nella zona del torso. Il baricentro è basso; manifestamente l'intera struttura del tronco e' progettata per il volo e consente al suolo solo un modo di locomozione che appare goffo, ma che può comunque risultare incredibilmente veloce ed agile. In caso di un alterco, il rondone e' in grado persino di ergersi e correre verso un rivale ad ali spiegate; similmente si possono osservare i giovani rondoni affamati nell'atto di chiedere cibo precipitarsi con le ali che sbattono selvaggiamente verso l'uccello adulto che porta il cibo.



Il corto e diritto femore, l'articolazione del ginocchio e la lunga e sottile parte inferiore della gamba, aderiscono lateralmente al corpo e si fondono quasi completamente con il profilo del tronco a forma di siluro. Sono vistosi, il breve, robusto metatarso (Tarsometatarsus) e soprattutto i notevoli artigli.
Come la maggior parte delle specie di uccelli anche il rondone possiede quattro

dita. BEZZEL e PRINZINGER (1990) e HUMMEL (2000) indicano che nei Rondonidi tutte e quattro le dita sono rivolte in avanti. Anche GLUTZ e BAUER (1980) registrano come caratteristica del genere Apus che nello stadio postembrionale tutte e quattro le dita sono dirette in avanti.



Contraddicono cio' le nostre proprie osservazioni sugli assistiti nella clinica dei Rondoni: Le dita 2-4 del piede del Rondone comune puntano in avanti, il primo invece ha una grande flessibilità e viene mosso verso l'interno e in avanti come un "dito girevole". Solo in posizione di riposo avviene che tutte le quattro dita del piede vengano tenute direttamente in avanti. Nell'arrampicata e nel dondolamento appare una disposizione diretta lateralmente del primo e secondo dito, e del terzo e quarto, come un rampino. Altrimenti, tutte le quattro le dita del piede del rondone sono uniformemente distribuite di lato e di fronte, come le dita di una mano aperta, e se uno le stacca dal sostegno vanno per riflesso subito in cerca di un appiglio, aprendosi e chiudendosi incessantemente. Colpisce la loro notevole mobilità e flessibilità.

Lo straordinario piede a tenaglia

Negli uccelli ogni dito del piede consiste di una falange prossimale e un osso-artiglio che porta una guaina cornea. Tra questi sono inserite delle falangi intermedie: una nel secondo dito, due nel terzo e tre nel quarto (HUMMEL, 2000). Ben diversa e forse unica nel mondo degli uccelli e' la situazione nel Rondone comune e nel suo grosso parente il Rondone Maggiore: tutte e quattro le dita consistono solo della falange prossimale e dell'osso-artiglio. Non ci sono falangi intermedie. Studi su altri membri dell'ordine Apodiformi sarebbero di grande interesse per stabilire se Rondoni comuni e Rondoni Maggiori relativamente all'anatomia dei loro piedi rappresentano un caso particolare o se questa caratteristica altamente inusuale per gli uccelli si verifica ancora con altri Apodidi.

Scheletro del piede di un Rondone comune (non in scala) © C. Haupt
Scheletro del piede di un pappagallino (Melopsittacus undulatus) © C. Haupt

Il nome scientifico del rondone - Apus, senza piede - testimonia un

equivoco che esiste da lungo tempo, e che ha tenacemente resistito fino ai giorni nostri, se nella tradizione popolare si dice dei piedi deformi o persino atrofizzati del rondone "Apodes, che son chiamati senza piedi / non perche non hanno i piedi /bensi' perche' non possono usarli " (GESNER, 1669).


Un rondone ha tutt'altro che le gambe atrofizzate o deformi. I suoi arti posteriori sono solo un altro esempio di un processo di adattamento evolutivo e di riduzione (non semplificazione!) all'essenziale per le sue condizioni di vita. Dispone con esse di estremità ugualmente adatte sia come attrezzo che come arma.

Funzioni e vantaggi che risultano per il rondone dalle peculiarità anatomiche dello scheletro del suo bimembre piede a tenaglia, sono ovvii. Per un uccello che per natura non staziona mai a terra o sugli alberi (eccezioni sono alcune rare osservazioni isolate di rondoni, che in Africa pernottavano sospesi agli alberi), un "normale" piede d'uccello, adatto per afferrare e tenere i rami, non ha alcun vantaggio adattivo, mentre al contrario lo ha un robusto strumento prensile simile a un gancio o a una pinza col quale l'uccello durante la ricerca di un sito di nidifica puo' aggrapparsi saldamente a pareti verticali e sporgenze. Dita (dei piedi) con solo due falangi permettono un uso ottimale della forza. Anche come arma o per difesa un tale piede a gancio o a tenaglia è estremamente efficace. Rondoni in stato di shock o di panico possono aggrapparsi così saldamente a una mano umana, che perforano la pelle e si riescono a staccare solo con estrema difficoltà, perchè gli artigli acuminati e rivolti all'interno si ancorano come fossero ardiglioni.


Nel giovane rondone, la forza di bloccaggio degli artigli ha particolare importanza e gli impedisce di cadere fuori dal nido. Questa capacita' precocemente sviluppata di aggrapparsi raggiunge proporzioni piuttosto estreme e sorprendenti, ad esempio nei rondoni della palma africani (Cypsiurus parvus) che covano in verticale sul retro di una foglia di palma e i cui piccoli devono ancorarsi quasi a testa in giu' al loro nido traballante. E'

ipotizzabile, ma ancora da dimostrare, che l'anatomia di questi rondoni presenti adattamenti simili.

 

Buchenstraße 9
D-65933 Frankfurt

Tel.:+49(69)35 35 15 04
Accettiamo solo rondoni!
 
inizio  ·  colophon  ·  Come raggiungerci  ·  indice ·  deutsch english español français polski